le mie scarpe carezzavano
asfalto, san pietrini
giocavano ad evitare
le radici di Villa..
giocavano alla guerra
tra il fango e i tronchi
tra i cigni e i bimbi...
le guardavo come fosse una sorpresa
vederle andare giù e su
verso un laghetto, un obelisco
una barchetta o una pozzanghera.
Nessun orologio
poteva bloccare i minuti delle prime volte
le sensazioni di stanchezza
ma gioia mentale
nei pomeriggi
di riposo dopo un lungo
domenicale.
Quei brividi nei muscoli
come dopo un bacio
inaspettato.
Non vedevo l'ora
di finire qualsiasi cosa
per riprovare ancora
e ancora quella tenera armonia
come lo scambio
di due amanti appassionati
chè non smetterebbero
mai non si staccherebbero mai
non respirerebbero
più senza quel soffio
nell'animo
fino alla profondità dell'essere.
Era così !
solo istinto
voglia, passione
Solo fuoco
nelle fibre indurite bisognose
di consumare.
Poi il gioco
si è fatto serio
e le regole da rispettare
son diventate responsabilità
son diventate, secondi, minuti, ore
e chilometri
Son diventate ripetute
salite e risultati.
I due amanti si sono fermati un attimo
e quei baci rubati son diventati
regolari, quasi dovuti quasi misurati.
La vera sfida
è il compromesso tra un battito
incontrollato di un istinto
e il passo deciso e regolare
di chi non può smettere
di correre
ma neanche d'amare
di chi vuole giocare
con regole giuste
ma senza mai rinunciare
a quella sorpresa iniziale
a quella gioia infantile e
al cuore
che sembra si sia
trasferito sotto le suole
tra i “m'ama non m'ama” e
i “corro non corro”
strappati dai petali di
una margherita invernale.
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