A San Francesco oggi si corre con difficoltà. Ogni tre per due – a tutto volume – risuona l’Inno alla gioia. Che cosa c’entri con l’Adunanza sindacale di sabato solo Landini lo sa.
Per fortuna soccorre Ferdy e, in amabile compagnia, mi regala ben 4 chilometri. In uno “spazio” di 666 metri perfettamente misurati (nessuna allusione al maligno, voglio sperare) – sennò che Ferdy sarebbe? – c’è il tempo sufficiente per qualche chiacchiera e pure qualche allungo.
Per poter essere podisticamente ‘operativo’ alle 15, per le 12 ha incamerato il suo panino. Beato lui, visto che per me, purtroppo, la “pausa” pranzo se ne va in Gloria (in excelsis deo).
Pare che il cibo sia diventato il tema principale di questo scorcio di secolo. Soprattutto per chi ne ha in abbondanza. Ma – resti tra noi – non riesco a non sorridere quando la cicciona di turno, ogni mattina al bar, prende un cappuccino con due bustine di zucchero (e la spolverata di cacao), ma il cornetto deve essere vegano. Da quando la incrocio mi pare che pesi anche di più di prima...
Cambio di scenario.
Di fronte ad una monumentale tazza di the verde allo zenzero (ché bisogna restare trendy, mica solo vegani), compare al mio cospetto un Direttore snella come una aguglia. Dice che mangia come un caimano, ma – nonostante ciò – la sua forma si è assottigliata come la pasta prima di ricavarne delle tagliatelle.
Questioni metaboliche, o di stile alimentare? Oppure tanti chilometri giornalieri?
Probabilmente l’uno e l’altro. E, infatti, servono entrambi. Basta fare come me che, per ben due settimane (due settimane!) ho lasciato perdere ogni velleità ginnica - complici scusanti di vario genere – e le fattezze hanno cominciato una lenta ma inesorabile fase di lievitazione.
Che fare? Di digiunare non se ne parla, di correre troppo neppure. Urge una soluzione. Che non può che essere la seguente: mangiare “bene” e correre meglio.
In teoria è tutto facile. In pratica la storia si colora di sfumature di varia natura. Perché proprio la natura non è più quella di una volta. Crediamo di sapere cosa mangiamo e non è vero. Anche sulla corsa, del resto, crediamo di sapere e, invece, risulta estremamente difficile rendere coerente l’incedere con i cambiamenti che investono tutto il nostro essere (e non solo dal punto di vista fisico).
L’ambiente non è più quello di un tempo. E neppure noi.
Intanto si riparte. Come il nuovo “corso” di Romacorre. E’ finita la bonaccia e serve che il comandante sia nuovamente al timone.
[Colonna sonora: Depeche Mode, Sea of Sin (Handful of Snowdrops Cover 2019); FM 84, Running in the Night; Devo, Goot Feeling (Slap Your Mammy); The Penelopes, Save my Heart from the World; NewsSpeak, All Gone Dead (the Max Steel Zombiewar Remix)].
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